“..questa sentenza segue un’ordinanza senza precedenti, in cui la Corte intimava al Parlamento di regolare il dilemma morale entro un anno, il Parlamento non l’ha fatto e la Corte si è trovata a dover decidere circa il caso specifico relativo alla vicenda Cappato…”

Andrea Simoncini, Direttore Dipartimento Giuridico Università di Firenze e Docente di Diritto Costituzionale

La sentenza non legalizza il suicidio assistito, il reato di aiuto al suicidio rimane, nella sentenza si legge difatti che “non è possibile desumere la generale inoffensività dell’aiuto al suicidio da un generico diritto all’autodeterminazione individuale”. Viene tuttavia individuata un area entro cui “l’assistenza di terzi nel porre fine alla sua vita può presentarsi al malato come l’unico modo per sottrarsi, secondo le proprie scelte individuali, a un mantenimento artificiale in vita non più voluto e che egli ha il diritto di rifiutare in base all’art. 32, secondo comma, Cost.”

La sentenza 242/19 rende l’Italia il primo tra i paese Europei a riconoscere il suicidio medicalmente assistito quale diritto costituzionalmente garantito. Tuttavia, ancora una volta, le sentenza si pone come un richiamo al legislatore.