Di tanto in tanto abbiamo bisogno di leggere libri su macro-temi come l’aborto scritti da studiosi del diritto della portata di Luigi Lombardi Vallauri.

Conosciamo infatti i numeri relativi all’argomento in Italia del 2016, raccolti dal Sistema di sorveglianza epidemiologica delle Interruzioni volontarie della gravidanza, che ci danno il quadro di una diminuzione di queste ultime del 3,1 per cento rispetto al 2015 e un dimezzamento rispetto all’anno 1982, momento in cui si è riscontrato il valore più alto in Italia (le Ivg stimate allora erano 234.801).

Oltre a questi dati e ai dibattiti che vedono contrapposte le due posizioni in materia, pro-abortisti e anti-abortisti, è infatti utile conoscere le posizioni degli studiosi e teorici del diritto, auspicando la loro correttezza e onestà intellettuale, e utilizzarle da strumento per approfondire l’analisi in maniera intelligente e il più imparziale possibile.

L’accademico e filosofo italiano Luigi Lombardi Valluri si è occupato di questo tema e ha scritto un libro intitolato “Abortismo libertario e sadismo”.

Dopo averci dato una definizione dettagliata delle opinioni più comuni oggi in tema di aborto, ci parla della sintesi tra abortismo libertario e abortismo umanitario, che è la posizione abortista più diffusa, in cui “il concepito è un frammento impersonale di mondo, interamente affidato alla volontà della madre o meglio della portatrice oggetto del diritto di lei di disporre del proprio corpo”.

 

In questa chiave il Professore fa corrispondere alla posizione abortista “un fondamentale edonismo (il criterio della scelta infatti è principio della scelta è il principio del piacere) e un fondamentale individualismo possessivo”.

 

Si occupa successivamente di chiarire le cause socio economiche e i processi reali che spiegano l’abortismo libertario come fatto di massa e, infine, tratta del sadismo filosofico considerandolo luogo d’origine e di definitiva teorizzazione sistematica dell’abortismo libertario.

E’ un libro molto forte, ma può essere utile. “Va guardato non con virtuosa indignazione, con risentito scandalo” ma con indifferenza nella dinamica di una crescita d’analisi sull’argomento.

Ginevra Poli